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La fase sperimentale dell’Assegno di ricollocazione ha preso il via mediante l’invio delle lettere indirizzate a circa 30 mila percettori di Naspi da almeno 4 mesi. Una novità assoluta in quanto rappresenta, nel nostro Paese, la prima misura di politica attiva del lavoro, coordinata dall’ANPAL e gestita per il tramite della Rete pubblico-privata dei servizi per il lavoro.

La comunicazione arriverà all’indirizzo di domicilio comunicato in fase di domanda Naspi all’INPS ed in aggiunta vi sarà opportuna notifica anche via sms o e-mail, qualora comunicati. Tuttavia, accedendo al sito dell’Anpal- http://anpal.gov.it/Cittadini/Servizi/Pagine/Assegno-di-ricollocazione.aspx – è possibile verificare, attraverso inserimento del proprio codice fiscale, se si è o meno nel campione selezionato.

Il rilascio dell’assegno di ricollocazione sarà compito del Centro per l’Impiego (CPI) di domicilio, indicato dalla persona disoccupata mediante domanda Naspi.

Il Programma prevede che, dopo la scelta del soggetto accreditato, il percettore possa beneficiare di un servizio personalizzato per la ricerca di nuova occupazione. In particolare, durante il primo incontro vi sarà l’assegnazione di un Tutor il quale, mediante la definizione condivisa di un programma personalizzato, sosterrà in modo continuativo il disoccupato durante la ricerca attiva di lavoro utile alla sua ricollocazione e promuoverà il profilo professionale del disoccupato verso i potenziali datori di lavoro, la selezione di posti vacanti, l’assistenza alla preselezione e alle prime fasi di inserimento in azienda.

L’importo dell’Assegno varia, da 250 a 5000 euro, in base al profilo di occupabilità e la tipologia di contratto. Questo viene riconosciuto al soggetto che eroga il servizio di assistenza alla ricollocazione, solo se la persona titolare dell’assegno trova lavoro.

In particolare, i soggetti erogatori riceveranno l’assegno qualora l’utente venga ricollocato con contratto: a tempo indeterminato (anche apprendistato), a tempo determinato di almeno 6 mesi (da 3 a 6 mesi nelle regioni Basilicata, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), part time pari almeno al 50%.